e ancora ti penso
cerco tra la folla il tuo volto
passo tra la gente che distratta non conosce il mio tormento
in silenzio osservo i suoi gesti
mi sembra di sentire la tua voce
e ancora ti sogno
vorrei abbracciarti baciarti fare l'amore con te...
e ancora ti penso
i ricordi mi vengono a prendere la notte
piango sul cuscino il tuo addio
chiudo gli occhi ma il tuo volto è sempre lì
poi mi sveglio e tu ci sei ancora
di fronte a me mi osservi
non dici una parola
mi guardi con indifferenza
e mi sento morire dentro
e ancora ti vorrei qui con me
a dare una risposta a questa rabbia
a dare un perchè alle mie domande
e ancora ti penso
e il tuo sorriso sulla mia pelle
è come una cicatrice sul cuore..
...indelebile dolore....
6 commenti:
Malinconia e tristezza nella paradossale bellezza di un ricordo.
Ti voglio bene Zoe.
Un abbraccio.
Eh già... solo così posso paradossalmente guarirne, liberando le mie emozioni su questo foglio di carta virtuale, lasciandomi cullare dai ricordi... che come vento prima o poi spariranno nell'oblio del mio tempo...
Un abbraccio a te, Francesco :)
Ti voglio bene anche io, Zoe.
Ciao Zoè, ho pubblicato una tua poesia.
Baci
Grazie Stella... <3
Un lamento che si scioglie in poesia, ovvero l'esternazione accorata chi soffre perché è stato lasciato e non riesce a dimenticare l’oggetto del proprio amore.
Da qui, lo struggimento profondo, ossessivo, ma pure la rabbia fatta di “perché” che non possono avere risposta, perché gli addii solitamente sono definitivi ed irreparabili.
Il punto più alto di questi versi deriva proprio da questa presa di coscienza, quando il buio ed il silenzio inducono a rievocare: “i ricordi mi vengono a prendere la notte / piango sul cuscino il tuo addio
C’è solitudine nel tormento d’amore e a risollevare da tale condizione vi sarebbe soltanto un rimedio: ritrovare ciò che si è perduto.
Grazie, Guard.del Faro :)
un abbraccio,Zoe.
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